Museo_di_arte_sacra_Massa_Marittima

Gli elementi che influiscono nello scegliere Massa Marittima come meta per una gita di uno o più giorni, gli stessi fattori che, in numerosi casi, fanno si che Massa si scelta anche come località in cui acquistare una seconda casa per le vacanze, sono più o meno riassumibili in questi quattro punti:

1) il richiamo artistico;
2) il richiamo naturalistico dell’ambiente circostante;
3) la qualità complessiva della vita;
4) il richiamo eno-gastronomico.

Anche se non siete mai entrati in uno dei musei della nostra Città per ammirare alcuni dei tesori che vi sono custoditi, potete ben immaginare come i turisti possano scegliere Massa Marittima più per il suo patrimonio artistico che per come sono tenute bene le aiuole o i bagni pubblici.
Per questo si fa davvero tanta fatica a credere che quanto è stato detto dal Sindaco Marcello Giuntini (cito testualmente “...risparmiare e investire i risparmi per migliorare l’accoglienza e implementare servizi utili al sistema turistico… migliorare la gestione e la pulizia dei bagni pubblici, implementazione e manutenzione di aiuole e fioriere, rimozione scritte dai muri,“), possa davvero rappresentare un incentivo alla promozione turistica. E infatti, non so voi, ma io non ci credo.

Certo, anche quelli sono punti che favoriscono la buona impressione che ogni turista si può riportare a casa, ma da qui a cercare un risparmio per curare questi aspetti che possiamo considerare secondari, in quanto manutenzione ordinaria, a scapito di altri ben più importanti, ce ne corre.

La promozione turistica della città, da un lunghissimo tempo sta segnando il passo, se non per quello che è l’ordinaria amministrazione. Sono stati lasciati passare gli anni più intensi della grande crisi, anni nel corso dei quali si è scelto di non investire in promozione e neanche adesso, quando il peggio sembra passato, si fa nulla.

Neppure per quel che riguarda i social, che se un costo di gestione comunque lo hanno, rendono estremamente efficace, in maniera abbastanza semplice, promuovere una qualsiasi entità. E invece niente neanche su quel fronte, per esempio: la pagina ufficiale del Comune su Facebook si limita a promuovere gli eventi locali (nella maggior parte organizzati grazie alla vitalità dell’associazionismo) e dare notizie di carattere tecnico, la chiusura di una strada per lavori, un’allarme meteo e poco più. Il Comune non ha un profilo INSTAGRAM, l’account TWITTER è fermo all’8 aprile del 2016…

Una cosa che invece riesce bene, presi dall’impellente necessità di pagare i debiti contratti nel corso degli anni (principalmente il 1.930.000 dovuti alla Società Porta al Salnitro per la vicenda ultra ventennale dell’AREA EX MOLENDI, ne ho parlato qui “IL PAESE DELL’EX”) è tagliare gli investimenti e tagliare i servizi.

L’ultimo taglio, ormai lo sto raccontando quasi da un mese, è quello che verrà inferto al Sistema Museale.

ORARIO

Avessero detto che la somma risparmiata sarebbe stata investita appunto in promozione della città, oppure, che so, nella riapertura dell’ANTICO FRANTOIO, chiuso ormai da cinque o sei anni, ci si poteva quasi stare. Oppure per portare avanti il restauro dell’affresco dell’ALBERO DELL’ABBONDANZA, o la sua promozione in quanto opera più unica che rara nel suo genere. O ancora, ora la sparo grossa, per innalzare una palizzata che possa nascondere agli occhi di chi arriva a Massa l’orribile sfregio dell’Area Ex Molendi… tutte ipotesi con le quali si sarebbe potuti scendere a un compromesso, ma così no…

Badate bene: tagliare non significa sempre risparmiare, perché non risparmi niente se riduci o privi la città di un sevizio che rappresenta un possibile arricchimento culturale dei suoi abitanti, che dal giorno dopo saranno un po’ più poveri. Questa possibilità di arricchimento culturale, chi amministra la deve difendere e la deve promuovere, non può limitarne l’influenza che questa può e deve avere sulla formazione dei cittadini.

Non c’è un risparmio se quattro persone perdono il posto di lavoro, perché questo si traduce in un costo sociale che in un modo o nell’altro la cittadinanza si troverà a pagare e non c’entra nulla il fare o non fare dell’assistenzialismo, si tratta di buon senso, di logica lontana dall’effetto illusorio che agli occhi di molti può avere l’affermazione gratuita “così risparmiamo qualcosa”.

Che poi, a onor del vero, questo non è neppure un caso di quelli in cui è in gioco la perversa logica seconda la quale se qualcosa non rende questa va tagliata; qui siamo difronte alla logica del “racimoliamo soldi dove riusciamo” e sono convinto che sia il Sindaco, che l’Assessore alla Cultura (con delega alla promozione turistica, ricordiamoci…) sono dispiaciuti di trovarsi in questo frangente, e semmai avessero avuto altre soluzioni le avrebbero adottate. Non sono “cattivi” sono le circostanze in cui si sono trovati a dipingerli così, circostanze nelle quali però si sono cacciati da soli.

Se poi proprio volessimo entrare nella logica del risparmio, quello previsto per il taglio dei servizi museali è intorno ai 50.000 euro all’anno, cioè una cifra che per un Comune come Massa Marittima, con un bilancio di circa 25 milioni, rappresenta appena lo 0,2%. Mi chiedo di cosa stiamo parlando?

Il risparmio è rappresentato solo dal taglio del costo orario delle persone che lavorano lì, ma non è neppure quella la cifra che potrà essere risparmiata, perché alcune spesa saranno da sostenere comunque, anzi, altre se ne aggiungeranno, per esempio la climatizzazione resterà comunque in funzione, infatti alcune delle opere conservate nei musei non possono subire sbalzi di temperatura rispetto alla media di cui necessitano.  Non ci sarà l’introito dei biglietti emessi, per pochi che possano essere.
Sarà risparmiata dell’energia elettrica per l’illuminazione, è vero, però, nei giorni in cui tutto sarà chiuso, si dovrà pensare a un servizio di vigilanza a tutela delle opere esposte, oppure no?

Concludo aggiungendo che, contrariamente a quanto affermato dall’Assessore Paperini non è vero che “un museo che non è visitato non serve a niente”.
È invece vero che  non serve a niente un museo chiuso nel quale è impedito di entrare.

E non è affatto la stessa cosa.