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MASSA MARITTIMA –  Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha approvato il progetto di videosorveglianza per la sicurezza del territorio delle Colline Metallifere presentato dall’Unione di Comuni Colline Metallifere.

Il progetto prevede l’installazione di telecamere nei centri abitati di Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Boccheggiano, Gerfalco e Travale collegate con la sala operativa della Polizia Locale associata presso la sede dell’Unione in piazza dante Alighieri a Massa Marittima.

Sull’effettiva utilità delle telecamere di sorveglianza, io ho sempre qualche dubbio, più di un dubbio, tanto che sono convinto non servano a niente se non suscitare un vago effetto deterrente. Ho fatto qualche ricerca online e il risultato è questo.

Questi strumenti comportano un importante investimento: in realtà si acquista solo la sensazione, appunto molto teorica, di essere maggiormente “protetti”, ma che a conti fatti produce solo fatture molto alte per chi vende questi ammennicoli e con risultati non sempre all’altezza. Vediamo perché.

Il riconoscimento facciale automatico in una folla in movimento è ancora qualcosa di  la da venire. Da anni, in Germania, si testano sistemi di questo tipo nei corridoi delle stazioni e ci sono quasi arrivati, perché quando tutti vanno nella stessa direzione è relativamente facile, mentre in una hall di un aeroporto o su una piazza è invece molto più complesso.

Se non costano molto, generalmente sono di livello qualitativo medio basso, per cui la risoluzione delle immagini prodotte risulta essere piuttosto bassa e le probabilità di identificazione certa dei soggetti ripresi decisamente vaghe. La qualità delle immagini è spesso frustrante, soprattutto la notte, quando le telecamere servono decisamente a poco.
Insomma, la sensazione è che le telecamere non siano utili ad evitare il verificarsi di reati ma si limitino ad essere un supporto per risolvere i crimini, quando questo è possibile, permettendo il riconoscimento dei colpevoli.

L’unico aspetto positivo di un certo peso che ho trovato, è legato al fatto che le telecamere permettono di fare una diagnosi senza essere presenti sul posto, per poi di elaborare una strategia. Bisogna però tenere presente che monitorare le riprese comporta ore e ore di lavoro da parte delle forze dell’ordine, soprattutto per le Polizie locali. Altrimenti una telecamera senza che vi sia nessuno che controlli le immagini è inutile tanto quanto una telecamera finta.

Se un piccolo Comune compra due o tre telecamere può al massimo creare un vago effetto deterrente, ma non è davvero uno strumento decisivo contro la criminalità (ammesso che di “criminalità” si possa parlare in un contesto come quello di Massa Marittima) così rincorrere il tema video sorveglianza diventa un palliativo, insomma solo un modo di accontentare l’opinione pubblica. Ragion di più se si guardano i dati statistici comunicati dal Ministero degli Interni che dimostrano tutta una serie di reati in diminuzione netta e costante negli ultimi anni.

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I Comuni oltretutto devono fare i conti anche con un altro aspetto: l’obsolescenza.
I sistemi di video sorveglianza hanno circa vent’anni, eppure circa il 25% dei Municipi lamenta che ormai la loro tecnologia è vecchia. Poi ci sono le spese di manutenzione, che oscillano tra le poche centinaia e le centinaia di migliaia di euro.

Ho letto che 15 anni fa si parlava di «rivoluzione» della videosorveglianza, per esempio,  in Inghilterra, paese in cui un pedone londinese è filmato in media 300 volte al giorno; oggi i dati statistici mostrano che nei primi tempi si è assistito spesso a una diminuzione della criminalità e a un aumento della sensazione di sicurezza. Dopo sei o sette mesi, però, questo effetto sparisce, perché quando vengono installate delle telecamere i malintenzionati in un primo tempo si spostano, ma non esitano a ritornare nello stesso luogo. Quando poi vedono che non succede nulla, tutto ricomincia come prima.

A molti piace illudersi pensando che filmando si risolvano i problemi, veri o presunti, ma è falso.