Parliamo ancora di elezioni comunali a Massa Marittima.

Lo vorrei fare rivolgendo qualche domanda all’attuale Amministrazione. Ma anche alla sua principale rivale, la Lista Civica MASSA COMUNE. E anche alla Lista del Partito Repubblicano (o come si chiama oggi a Massa Marittima) e per tutte le altre liste che si presenteranno. Par condicio insomma. Domande alle quali aggiungerò delle considerazioni, che non rappresentano una risposta assoluta, solo un pensiero a riguardo, uno dei tanti possibili.

1 – SIETE QUI PER CERCARE VOTI O PERSONE?

Meno tempo passa tra l’inizio della vera e propria campagna elettorale e il giorno delle elezioni, e più è vero che quello che una lista sta cercando sono solo i VOTI.

Più tempo passa tra l’inizio della vera e propria campagna elettorale e il giorno delle elezioni, e più è vero che quello che ha cercato una Lista sono le PERSONE.

Non è un teorema assoluto, se ne può parlarne.

La vittoria alle elezioni non deve essere il traguardo da raggiungere, bensì la conseguenza di ciò che è stato fatto per arrivare fin lì, verificare com’è andata e proseguire sul percorso tracciato molto tempo prima.

Questo è più facile per l’Amministrazione uscente, cioè… dovrebbe essere più facile, dipende se è stata mantenuta fede al programma elettorale oppure no… le è sufficiente una ricorsa più breve.

Un po’ più difficile per chi aspira a subentrare, perché non ha trofei da esporre o regali pre elettorali da fare ai propri sostenitori e ai potenziali nuovi elettori come invece fa solitamente la Giunta in carica. Ha il gravoso compito di dimostrare di essere qualcosa di molto diverso da chi c’è già e rendere credibile la propria proposta al di là di ogni ragionevole dubbio, per risultare convincente. Occorre una rincorsa un po’ più lunga.

2 – QUALE CREDETE SIA IL MODO MIGLIORE PER DIMOSTRARE LA DIFFERENZA TRA VOI E GLI ALTRI? Per esempio cose del tipo:

  1. trattare gli stessi argomenti ma in modo opposto?
  2. non aver nulla a che fare con il clientelismo?
  3. il rigoroso rispetto delle regole?
  4. altro…

Lasciate perdere: questi sono tutti argomenti che non valgono niente.

Ovviamente è una provocazione; certo che valgono, ma non valgono niente dal momento che gli elettori degli altri schieramenti riconoscono queste doti anche alle proprie figure di riferimento, quindi, come dire, si azzerano l’un l’altro.

La differenza tra un NOI e un LORO va raccontata, ma bisogna raccontala bene davvero per convincere che non si è come i soliti, né si agisce come gli altri sono soliti fare da sempre. È uno di quei casi in cui la forma è anche sostanza, perché la forma dice già molto delle intenzioni. Ma su questo tornerò dopo le altre domande che seguono.

3 – SE RISULTASTE ESSERE I VINCITORI, IL GIORNO DOPO LA DATA DELLE ELEZIONI ENTRERESTE IN COMUNE AD AMMINISTRARE PER CHI?

Si, certo “…e lavoreremo per essere l’Amministrazione di tutti i cittadini…” e bla bla bla ma questa è retorica, del tutto inutile per giunta. Credo si dovrebbe amministrare principalmente per la percentuale di elettori uscita sconfitta, diciamo un ipotetico 47% dei massetani, perché l’altro 53% che ha consentito la vittoria, non lo devi convincere che farai il migliore dei governi possibili, è già convinto; lo ha persuaso la tua proposta, il lavoro di opposizione svolto nello scorso mandato e l’operato deficitario della precedente Amministrazione.

4 – IL GIORNO DOPO LA VITTORIA, SIETE CERTI DI SAPERE TRA I VOSTRI ELETTORI CHI HA VOTATO PER VOI E CHI CONTRO LE ALTRE LISTE?

Un altro quesito importante, perché in quel 53% c’è chi vi preferisce a prescindere, ma anche chi si è turato il naso prima di entrare nella cabina per barrare il vostro simbolo. Quel 53% rappresenta una maggioranza matematica, ma non reale fino in fondo.

Per capire chi ha votato a vostro favore e chi invece ha votato contro gli altri, basta osservare quanto tempo ci metteranno i vostri elettori a far sentire i primi mugugni, perché immancabilmente ce ne saranno, come capita per tutte le Amministrazione. Meno tempo passerà e più chiara sarà la stima di quanti hanno scelto di votare CONTRO e non PRO.

5 – COME PENSATE DI RIUSCIRE A SANARE QUESTA FRATTURA?

È da lì che inizierà il difficile, il 27 maggio. Perché se stare all’opposizione è complicato, amministrare lo è di più… cioè, è lì che dovrebbe iniziare il difficile, ammesso che la lista vincente si sia posta il dovere morale ed etico di Amministrare per tutti, ma sopratutto amministrare per chi è contro di lei. Questo non sarà per niente semplice e di questo si dovrà tenere conto fin da subito. Mantenete i nervi saldi e in restate in ascolto dell’opposizione, sempre.

ADESSO FACCIO UN PASSO INDIETRO e torno al punto lasciato in sospeso alla seconda domanda, a proposito del modo di differenziarsi dalle altre Liste.

Questo è un tema tra i principali che dovrebbe essere affrontato in prima battuta, dettando nuove regole di ingaggio tra le proprie file e verso i potenziali nuovi elettori, assumendo modalità di comunicazione e di azione differenti da quanto fatto finora. Resterà il fatto che chi vota a prescindere per una lista probabilmente non cambierà idea, ma almeno il dubbio vogliamo farglielo venire si o no?

Si potrebbe obiettare che una Lista percorre la strada che va da A fino B in un certo modo, il più consono alla propria natura, quello che è sempre stato fatto, perché questo metodo è risultato sempre soddisfacente. Ebbene, chi aspirasse a sostituirlo nell’Amministrazione della città, dovrebbe allontanarsi quanto più possibile dai soliti usi e costumi e farlo in maniera immediata agli occhi di tutti, lanciando a tutto il corpo elettorale un segnale inequivocabile, non solo ai suoi sostenitori. Aggiungo che per me dovrebbe farlo anche chi sta già amministrando da 70 e passa anni, ma questo è un altro discorso.

Il perfetto esempio sbagliato? Eccolo: l’incontro tenuto qualche settimana fa dal Partito Repubblicano (o come si chiama oggi a Massa Marittima) per presentare il proprio programma elettorale.

Luogo, la sala Maggiore della Misericordia, che tra mura più amiche di così non si sarebbe potuto giocare, tranne forse andare nel salotto di casa del Signor Marrami (in cui, per inciso, tutti i presenti ci sarebbero entrati comodamente). Sul fondo il tavolo degli oratori, Giuliani, Marrami, Santini, microfono, platea, finito. Gli ultimi due o tre punti del programma neppure li avevano ancora finiti di scrivere, tranne il titolo. L’ultimo in particolare modo, forse il più importante che avrebbe potuto tranquillamente contenere e sostituire tutti gli altri “Cultura, istruzione, diritti del cittadino, pari opportunità” non c’era. Questa la misura.

Non ce l’ho con il Signor Marrami né con la lista che rappresenta, ma davvero si può ancora vedere una cosa del genere? Ti sei impegnato anni e anni senza mai raggiungere particolari traguardi e neppure ti viene un dubbio piccolino che forse è sbagliato ciò che dici o il modo in cui lo fai? O forse tutti e due, se ripenso a quell’incontro;

Capite bene che si tratta di un modo di porre la propria proposta politica ormai vecchio, morto e sepolto, autoreferenziale, per niente coinvolgente, mentre occorrerebbe come il pane l’inclusione, la partecipazione, la cooperazione, l’egualitarismo…

Per esempio, se per la gestione di un’incontro pre elettorale di una delle varie liste, a qualcuno venisse in mente di proporre la metodologia del “WORLD CAFÈ”? Oppure se venisse suggerito di adottare il “METODO DEL CONSENSO” invece che il solito “A MAGGIORANZA”?

Che ne direbbero i capilista? Ci penserebbero e proverebbero a sposare le due tecniche perché del tutto diverso da quanto visto finora a Massa Marittima? E i partecipanti coinvolti accetterebbero di buon grado? E che ne penserebbero gli avversari politici? Non scombussolerebbe un po’ le carte di tutti quanti fino a quel momento in tavola?

Sia il WORLD CAFÈ che il METODO DEL CONSENSO prevedono un reale coinvolgimento dei partecipanti, che non si riduce al semplice VINCERE o PERDERE di una proposta emersa a scapito di un’altra, e la possibilità inequivocabile per ognuno di dare il proprio contributo. Inoltre potrebbero essere coinvolte persone al di là del proprio schieramento, perché possono essere affrontati in maniera cooperativa temi e argomenti che vanno nel comune interesse di tutta la Città, svincolati dalle appartenenze politiche. Questo eviterebbe che gli ospiti parlino parlino parlino ma alla fine siano poi in tre o quattro a tirare le fila del discorso e decidere il da farsi, come in un malinteso senso di democrazia rappresentativa: voto qualcuno perché mi rappresenti, affinché si faccia portavoce delle mie istanze, però non abbiamo ancora votato e c’è già chi decide al posto mio…

Chiudo tornando all’inizio: queste due ipotesi SONO SOLUZIONI PER TROVARE PERSONE non per TROVARE SOLO DEI VOTI. La cittadinanza ha bisogno di crescere, di formarsi, di diventare partecipe, arrivare a rappresentare una massa critica e in questo modo avrebbe la reale possibilità di farlo, al di là della scadenza elettorale, perché i voti arriverebbero come conseguenza.

Forse siete ancora in tempo, mancano poco meno di tre mesi alle elezioni, vediamo di cosa siete capaci.