
C’è quello che io vedo come un equivoco di fondo, in questa faccenda del nuovo Supermercato che sorgerà a Massa Marittima di qui a breve.
Avevamo parlato tempo fa con un amico di un altro tema, solo apparentemente lontano, ma che ha origine nello stesso contesto.
Si parlava dell’Autostrada Tirrenica, quella che qualche anno fa, se non l’avessero fatta, il Presidente della Regione Toscana minacciò si sarebbe incatenato da qualche parte lungo l’Aurelia, strada che ancora in molti vorrebbero fosse portata a compimento, nell’unico tratto mancante tra Montalto di Castro, in provincia di Viterbo e Rosignano Marittimo, provincia di Livorno.
Il progetto sembra per il momento accantonato, ma vedrete che presto o tardi qualche politico di turno, non importa se di destra, sinistra o centro, tornerà a cavalcarlo, forte della certezza che un’autostrada, ancora oggi riesca a portare il benessere nel territorio che attraversa. In un territorio, quello della Maremma e Alta Maremma grossetana, che risulta essere in gran parte incontaminato o quasi, si pensa ancora a realizzare una nuova autostrada, invece di limitarsi e fare meno danni possibili, mettendo in sicurezza il percorso già esistente in quel tratto e nulla più.
Se la cosa avrebbe potuto avere un senso, diciamo quarantacinque cinquanta anni fa, tempo in cui la modernizzazione passava da tutta una serie di infrastrutture, per spostare agevolmente e in velocità persone e merci, favorendo un certo tipo di insediamento e l’economia che da questo derivava, oggi che le priorità dovrebbero essere altre, in una zona straordinaria dal punto di vista geografico e paesaggistico, con produzioni agro alimentari di eccellenza, si parla ancora di autostrada, in una terra in cui i viaggiatori bisognerebbe rallentarli per trattenerli più a lungo possibile, piuttosto che farli passare di lì più velocemente.
Dovremmo invece approfittare di quesa situazione, comunemente considerata di arretratezza, e provare a ribaltare la prospettiva, passando da considerare una iattura non avere nuove strade (o nuovi supermercati, ecco il punto di contatto) e immaginare questo dato come un’opportunità, un’altra via possibile; ma per farlo si dovrebbe ragionare tutti su un altro piano, proprio un altro livello, non più legati alle regole e alle logiche imposte (logiche poi si fa per dire, eh!) usi e costumi indotti per decenni, ma ormai superati dai tempi che quelli davvero si che corrono! come su un’autostrada, quell’autostrada che molti si augurano prima o poi di avere, e poi tutti dietro col fiato corto.
Un’autostrada nuova e un nuovo supermercato, con tanti bei parcheggi di fianco, qualche rotonda e persone avanti e indietro che comprano cose di cui, il più delle volte, non hanno bisogno, come se davvero questo fosse il progresso, cemento, asfalto, “efficiente viabilità” e rappresentasse in qualche modo il benessere dei cittadini…
Non ne faccio un problema di Coop si e Conad no, per me potrebbero essere pure Esselunga o PAM; e neppure discuto se l’Amministrazione comunale avrebbe potuto opporsi o meno e neppure sono certo che avrebbe potuto farlo, anche se ne avesse avuto l’intenzione.
Mi dispiace, piuttosto, che questo nuovo supermercato sia visto da più parti come una necessità finalmente appagata, come un vantaggio per la cittadinanza, issando sul pennone la bandiera della concorrenza che è un bene per tutti, mentre invece, se è vero come è vero che “quando qualcosa è gratis allora il prodotto sei tu” è altrettanto vero che la concorrenza, a questi livelli in ultima analisi, fa bene solo a chi vende, non a chi acquista; parole a favore di questo nuovo insediamento, sono arrivate anche da personaggi insospettabili, fino all’altro ieri paladini del mangiar bene, del chilometro zero, delle filiere dei grani antichi, dei piccoli produttori, quegli stessi produttori che vengono strozzati dalla GDO, tranne riescano a restarne fuori costruendosi la propria piccola rete di distribuzione semi clandestina, lontana da chi amministra, da chi si oppone, dalla certificazione BIO che spesso è poco più di una bella etichetta.
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Qui sotto trovate i link a un inchiesta, in tre parti, del giornalista Fabio Ciconte, realizzata per INTERNAZIONALE nel 2017. È ancora attuale.
SECONDA PARTE https://www.internazionale.it/reportage/fabio-ciconte/2017/03/06/supermercato-industria
TERZA PARTE https://www.internazionale.it/reportage/fabio-ciconte/2017/03/13/aste-online-supermercati