Di recente, intorno al tema del nuovo supermercato che aprirà a Massa Marittima, si è sentito parlare anche di RIGENERAZIONE URBANA.

Facciamo un po’ di chiarezza.

Esistono due modalità con cui affrontare questo tema:

  1. parlarne a sproposito;
  2. parlarne con cognizione di causa.

Con questo non intendo dire che io ne sappia chissà quanto; però leggere aiuta molto a capire le differenze tra cosa è vero e cosa non lo è, e che forse è utilizzato in maniera strumentale e basta.

Se ne parla a sproposito quando viene messo in atto il tentativo di spacciare per rigenerazione urbana quella che invece è una evidente (e del tutto lecita, per carità) speculazione commerciale, che si manifesterà attraverso una serie di demolizioni e ricostruzioni, che daranno nuove funzioni al tessuto edilizio e urbano preesistente.

Parlarne con cognizione di causa significa dire che la rigenerazione urbana è anzi tutto una forma di cittadinanza attiva che parte dal basso, che nasce per ripensare l’utilizzo dei luoghi abbandonati, spesso marginali, e degli spazi pubblici o privati della città. 

La rigenerazione urbana è un concorso di idee, un insieme di attività informali realizzate sul territorio attraverso incontri, didattica, eventi, laboratori artistici

Ad interventi di carattere strutturale (appunto demolizioni e ricostruzioni) si sostituiscono una serie di azioni di tipo culturale e sociale, finalizzate al miglioramento della qualità della vita, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale.

Detto questo mi chiedo: che cos’ha in comune l’apertura di un supermercato con il miglioramento della qualità della vita a Massa Marittima?