IMG_0910Ieri per Jacopo primo giorno del corso di nuoto.

Frequenza di due volte a settimana, martedì e venerdì, fino a metà maggio. C’è di che imparare e farsi un po’ le ossa.

Vado a prenderlo in San Vitale alla fermata dell’autobus che lo riporta da scuola; insieme andiamo verso la parallela Strada Maggiore da dove, io in bicicletta e Jacopo con l’autobus numero 25, ce ne andiamo verso casa.

Un quarto d’ora e siamo lì; aspetto giù Jacopo mentre sale in casa per lasciare lo zaino di scuola e prendere la borsa per la piscina; appena torna ce ne partiamo baldanzosi verso il centro sportivo dello Sterlino, a poco più di cinque minuti da lì.

Percorso tranquillo, qualche domanda di Jac

– Ma com’è la piscina, bella?

– E le bici dove le lasciamo?

– Quand’è l’altro giorno della settimana che veniamo qui?

– Poi voglio farmi anche degli amici nuovi, sai?

Arrivati e legate le bici andiamo lungo la passerella che accompagna quasi dal cancello della recinzione, lungo la costruzione dell’impianto, fino all’ingresso alla piscina.

Lasciamo l suo libretto sanitario per la fotocopia e la registrazione e andiamo verso gli spogliatoi dove Jacopo inizia a spogliarsi.

Primo inconveniente: il costume appena preso gli va decisamente stretto e qui voglio aprire una parentesi:

a me Jacopo piace da morire, sono proprio innamorato di mio figlio minore.

Ci sono momenti in cui non mi sembra particolarmente carino, insomma, lo vedo come un bambino “normale”; ma ce ne sono invece altri in cui mi sembra veramente bellissimo! Con gli occhi particolarmente luminosi e dolci, quelle ciglia lunghe, il disegno della bocca…accidenti che amore!

Fisicamente lo vedo bene in ogni circostanza e credo sia venuto su a modo, alto e snello al punto giusto.

Appena nato era un bambino robusto, la faccia paffuta, con le bracciotte, due cosce importanti., mentre col passare del tempo si è asciugato, si è alzato molto e adesso è davvero un bel bambino anche da quel punto di vista, un bambino che sembra avere un po’ più dei suoi nove anni e mezzo.

Cosa meglio del nuoto per farne definitivamente il super figo del futuro?

Dicevamo che Il costume nuovo gli andava stretto, costringendogli le chiappe dentro a un microscopico pezzo di tessuto elasticizzato rosso, con evidente imbarazzo e fastidio di Jacopo che già inarcava le sopracciglia in quella sua tipica espressione addolorata che mette su ogni qual volta qualcosa lo delude o lo mette a disagio.

Figuriamoci in una circostanza come quella in cui la taglia del costume è deludente e il disagio che ne derivava ai limiti dell’ingestibile.

– Nessun problema Poppo – è così che lo chiamiamo da sempre in casa – sento all’ingresso se hanno da vendere dei nuovi un po’ più grandi, aspetta qui.

La signora alla reception mi indirizza verso gli uffici amministrativi della società sportiva dove trovo un costume della misura giusta, dopo di che torno trionfante verso gli spogliatoi.

Ci siamo, mettiti qua che arriva l’istruttore per accompagnarvi in vasca, io intanto faccio il giro da fuori e vado a mettermi seduto sulla tribuna a bordo piscina e ti guardo da lì.

Il giro da fuori è un po’ lungo e quando arrivo sono già tutti in ammollo, tra gli occhiali appannati dall’escursione termica da fuori a dentro e la distanza fatico a riconocscerlo.

Quando lo individuo è all’inizio della corsia che cerca, quasi arrancando, di fare qualche bracciata a dorso senza troppa convinzione né successo.

Qualche altro tentativo e l’istruttrice lo fa passare nella corsia al lato opposto della vasca, tra i principianti.

Attenzione, sta per consumarsi un dramma!

Jacopo arrivato nella nuova corsia realizza che sono tutti bambini intorno ai quattro anni, forse cinque, che oltre ad avere la metà dei suoi anni, hanno anche la metà della sua corporatura, addirittura qualcuno piccolissimo, di quei bambini (non me ne vogliate) che sembrano un po’ dei ragni. Per giunta ragni di mare, tutti con una impostazione corretta del nuoto a dorso, frutto dei tre mesi precedenti di corso di nuoto, forse praticato anche negli anni scorsi.

Inizia a cercarmi con gli occhi, disperatamente e in maniera insistente, le sue sopracciglia inarcate a livelli che poche volte ricordo di aver visto.

I bambini ragni vengono sorretti nelle primissime bracciate e poi vanno più o meno spediti da soli verso l’altra sponda, mentre lui sorretto dall’istruttrice fatica a coordinare i movimenti e nonostante si affanni a sbattere braccia e gambe resta più o meno piantato lì…

Piano piano si intravvede qualche progresso, si sforza di ripetere nella maniera corretta i movimenti che gli suggerisce la ragazza.

Molto faticosamente arriva la fine della lezione.

Mentre esce dalla vasca, gli gesticolo che ci vediamo tra un attimo di là e mi avvio nel percorso inverso per gli spogliatoi. Arrivo ed è lì fuori infreddolito con lo sguardo un po’ sperduto, con gli occhi rossi non so se dal cloro o dalle lacrime che stavano affacciandosi

babbo ma mi hanno messo con i bambini di quattro anni…

ah si? eh ma sai… tu è la prima volta che fai un corso a magari gli istruttori devono capire bene come riesci a muoverti in sicurezza nell’acqua, gli altri forse hanno già fatto il corso precedente, magari anche negli altri anni…

una bambina mi ha detto che sono enorme…

(Cosaaa? Una bambina ragno ha detto al mio Jacopo che è enorme? UN RAGNO IN QUEL MODO, TUTTA GAMBE E BRACCIA STECCHITE HA DETTO ENORME A POPPO?)

va be’, ma mica voleva prenderti in giro oppure offenderti sai? D’altra parte sei più grande di loro è normale tu sia più alto. Senti adesso ti aiuto ad asciugarti così ti vesti che prendi freddo…

Un po’ di silenzio, si toglie il costume e l’accappatoio e si riveste. Oltretutto senza aver fatto la doccia dato che ho dimenticato di mettergli nella borsa il bagno schiuma.

– Va be’ è la prima volta, ci organizziamo meglio venerdì.

Prima volta propedeutica al proseguo del corso ma mentre penso questo immagino che possa anche finire lì, vista l’espressione che ha messo su Jacopo.

Appena fuori cerco di affrontare di nuovo l’argomento da uomo a uomo, anzi, da padre a figlio: lui un paio di gradini più in alto di me, io chinato per guardarci bene negli occhi

Amore, non devi buttarti giù. È la prima lezione del corso di nuoto

Ma io al mare so nuotare…

In verità Jacopo al mare più che altro nuoticchia, sta a galla bene, sa gestirsi anche nell’acqua alta, ma da questo a saper nuotare obiettivamente c’è una bella differenza

 Lo so che al mare sai nuotare, però qui ti insegnano a farlo bene e c’è un percorso da fare: prima i movimenti fondamentali, poi piano piano li perfezioni e dopo vai via spedito. Tu fisicamente sei a posto, sei grande e grosso (non enorme, bambina ragno del cavolo!) e hai tutti i mezzi per riuscire, basta che tu segua quello che ti dice l’istruttrice, che cerchi di rifarlo nel migliore dei modi e poi vedrai che nel giro di tre quattro lezioni ti mettono nell’altra corsia con i grandi della tua età, va bene?

va bene…

Ora non voglio dire che mi sia sembrato convinto delle mie parole, però almeno un po’ più rassicurato questo si.

La prova del nove sarà venerdì prossimo quando avrà la seconda lezione, se non farà delle storie prima di prendere le biciclette per andare verso la piscina, forse il problema è superato.

To be continued…