CREDO NEL POTERE DELLE STORIE, CREDO NELLA FORZA CHE HANNO LE PAROLE DI FAR NASCERE ALTRE PAROLE CHE DANNO VITA AD ALTRE STORIE…

Torno su di un argomento parallelo all’esperienza che ho fatto giorni fa al DYNAMO CAMP.

Durante lo scorso fine settimana ho ricevuto una lettera da una mia amica, Sabrina, che vorrei condividere su queste pagine.

Ciao Rudi, come ti ho detto mi farebbe piacere raccontarti una storia…

Sono rimasta molto colpita dall’esperienza che hai avuto come volontario con i bambini del Dynamo Camp e dalla storia che hai raccontato.

Non propriamente dalla storia, ne conosco tante e poi ti dirò perché, ma dal tuo modo di raccontare, dalla tua rispettosa consapevolezza che di solito è di chi queste problematiche le vive in prima persona.

La storia riguarda un bambino di nome Francesco.

Quando è nato era un bambino bruttino, purtroppo c’era già un bellissimo fratello con il quale fare dei paragoni!

Verso la fine del secondo anno, dopo una visita oculistica approfondita si scopre che Francesco ha una forte miopia congenita dovuta ad una malformazione dell’occhio.

I primi occhialini hanno una correzione di -12 da un occhio e -11,50 dall’altro.

Sembra che gli occhiali siano la soluzione di tutti i problemi di un bambino che era agitatissimo, aveva il terrore di qualsiasi rumore e tanto altro…

No. In realtà i problemi non sono finiti, ma appena iniziati.

Non parla e inizierà a dire mamma solo a tre anni.

Primo anno della materna un disastro… non parlando cercava di mettersi in contatto con i compagni in maniera piuttosto violenta.

Primi contatti con gli psichiatri infantili, non si capisce niente, lo prende in terapia una terapista psicomotoria che fa un piccolo miracolo e Francesco inizia ad acquisire tempi di attenzione più lunghi e quindi a prendere coscienza del mondo che lo circonda, inizia a parlare…

Affronta la scuola elementare affiancato da un’insegnante di sostegno e le terapie passano adesso alle competenze di una logopedista.

Francesco fa notevoli progressi, ma le sue conoscenze non sono allineate con quelle dei bambini della sua età e la cosa più dolorosa è che lui più cresce e più prende coscienza dei suoi limiti.

Dicevo che era bruttino, anzi lo dicevano gli altri, io in realtà tutta questa differenza con il fratello non l’ho mai vista, ma come avrai capito, io sono la sua mamma. 

Sai Rudi portando il mio bambino al centro della ASL che si chiama SMIA (Salute Mentale Infanzia e Adolescenza) per le sedute di terapia psicomotoria e logopedia ho avuto contatti e stretto amicizia con tanti genitori di bambini affetti da problematiche molto serie, come quelli che te hai incontrato nel centro dove hai fatto il volontariato.

Queste persone mi hanno dato tanto, ho superato le angosce iniziali, intraprendendo un percorso che in tranquillità (un genitore angosciato trasmette anche ai figli il proprio stato d’animo) ha fatto si che Francesco con gli aiuti adeguati migliorasse nelle sue problematiche. 

Tutti gli specialisti che lo hanno visto dicono che ha un leggero ritardo dell’apprendimento, ma ancora nessuno ha saputo trovarne la causa.

Tutti gli esami genetici (siamo stati anche alla Stella Maris di Calambrone a Livorno) e non, a cui è stato sottoposto sono risultati negativi.

Adesso fa la prima media è un bambino bellissimo e molto simpatico, continua ad avere il sostegno, ma i progressi sono regolari e sostanziali.

Non sarà mai un genio! Ma per me è importante solo che possa fare una vita tranquilla e dignitosa.

E, non è retorica, ma questi bambini “un po’ particolari” a loro modo ci insegnano tanto…

Ti ringrazio per le tue belle storie e per il tempo che dedichi a condividere la mia.

Il prossimo anno sarà il 30° dal nostro diploma… che dici è un pensiero utopico quello che ci si possa di nuovo incontrare?

Mi piacerebbe tanto. 

Un forte abbraccio

Sabrina

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Grazie Sabrina per questa bellissima storia d’amore.