a99341_sum02_vintageb_xlMolti anni fa, era il 1990, feci una cosa già per allora poco consueta.

Chiesi a quello che sarebbe poi diventato mio suocero, la mano di sua figlia.

Si, adesso ridete pure, lo so cosa state pensando

Ma che roba è? Una cosa da secolo scorso, ma poi da inizi del secolo scorso, dai!”

Non furono proprio quelle le parole, vorrei la mano di sua figlia.

Però il concetto era quello, vorrei sposare Sabrina.

Bruno, mio suocero, mi avrebbe dovuto accompagnare alla stazione di Caserta, da dove avrei preso un treno per tornare a Follonica e poi a Massa Marittima, la domenica pomeriggio.

Domenica di Gran Premio di Formula 1, la prima gara della nuova stagione; Bruno, appassionato di sport (ogni sport, aggiungo) finisce di pranzare e si mette davanti ala tv per vedere almeno la partenza della gara.

L’accordo con Sabrina era che avremmo detto quelle che erano le nostre intenzioni ai suoi genitori durante quel fine settimana. Poi tra una cosa e un’altra i due giorni e mezzo erano passati e ormai eravamo quasi al momento dei saluti e i nostri propositi matrimoniali ancora erano tutti da raccontare.

“Rudi…”

“Si si, ora vado, dai! Possiamo farcela” un po’ di apprensione credo sia comprensibile, no?

Prendo letteralmente il coraggio a due mani ed entro nel soggiorno dove Bruno era già sintonizzato su Rai 1.

Potrei parlarle un attimo?…” gli davo ancora del lei

Certo, che succede…” le auto stanno terminando giro di ricognizione

Ecco… io e Sabrina…” le auto sono schierate sulla griglia

Tu e Sabrina?...” tutti i semafori accesi

Ecco.. si insomma ci si vorrebbe sposare…” semafori spenti, scattano le macchine, è partito il Gran Premio.

Bruno combattuto tra l’importanza delle mie parole e l’importanza della gara: in quell’anno Ayrton Senna avrebbe lottato per aggiudicarsi il suo secondo titolo, Alain Prost non gli avrebbe fatto fare vita facile; per un appassionato ci sarebbe stato di che divertirsi.

“Ah… e.. e me la metti giù così? Cioè… bene per carità, che c’entra, ma così su due piedi…

“Eh si, però è da un po’ che ci si pensava e allora…” il cielo nuvoloso di Phoenix promette sorprese, le gomme Pirelli…

“Si, d’accordo, però insomma… ci vogliono i presupposti, delle basi… tu avori, ma un minimo di certezze in più, Sabrina e l’Università…”  la prima e unica partenza dalla prima fila nella griglia della scuderia Minardi…

“…” Senna insegue Alesi che sembra imprendibile con un distacco che dopo pochi giri è già di 4.2 secondi

Va be’, emm… mi metto le scarpe e si va alla stazione. A che ora c’è il treno?

Tra poco , 14 e 45…

Erano circa le due e venti

un quarto d’ora, diciassette minuti per andare, altrettanto per tornare se ci si sbriga riesco a vedere i giri finali” Deve aver pensato Bruno…

Ora non ve la sto a fare più lunga, se ne parlò un po’ anche lungo il tragitto da casa loro alla stazione e fatto sta che circa due mesi dopo, il 26 maggio, Sabrina e io ci sposammo con la benedizione dei suoi e dei miei.

Per molti anni a seguire, nelle situazioni in cui mi trovavo in difficoltà, in cui c’era da affrontare qualcuno ed esporre il proprio punto di vista o fare una richiesta, era più forte di me pensare che se avevo potuto chiedere a mio suocero il consenso di sposare sua figlia, avrei potuto affrontare anche quello scoglio e superarlo e per un bel po’ ha funzionato.

… … …

Oggi pomeriggio sono arrivati qui a casa i miei suoceri Gioia e Bruno.

Abbiamo cercato di tenerli se non all’oscuro delle condizioni di Sabrina,  quanto meno abbiamo spesso sorvolato sugli aspetti più complessi e dolorosi, così che si facessero almeno il viaggio da Caserta a Bologna un po’ tranquilli, senza questo peso.

Con Giada a fare compagnia a Sabrina, c’ero io qui ad accoglierli.

Bruno ha parcheggiato davanti casa, ci siamo salutati e abbiamo portato le loro cose su.

Con Gioia ci siamo trovati in camera a posare le loro borse

Lei mi ha chiesto cosa stessa succedendo e io quasi, senza prendere fiato, ho iniziato a raccontarle l’accaduto.

Tutto.

Ho sempre riconosciuto a mia suocera una speciale capacità divinatoria: capita spesso che certe cose le senta prima che accadano, oppure altre volte è come se riuscisse a immaginarsi i retroscena, il non detto delle vicende.

È stato così anche in questa circostanza: era come se mentre parlavo, le dessi conferma di quello che già sapeva.

Ci siamo abbracciati più volte e ogni volta serviva per non restare lì in silenzio a fissare il vuoto e sentire l’eco delle ultime parole che le avevo detto.

Non è stato per niente facile.

Nel giro di tre giorni ho raccontare delle condizioni di mia moglie prima a suo figlio e dopo ai suoi genitori e questo per gli anni a venire sarà il nuovo metro per misurare la difficoltà di uno scoglio da superare; se ce l’ho fatta giovedì e oggi, ce la posso fare sempre.

Ps.:   Per la cronaca il gran premio degli Stati Uniti di Phoenix dell’11 marzo 1990 fu vinto da Ayrton Senna su MacLaren-Honda, pilota che si aggiudicò anche il mondiale. Il francese Alain Prost su Ferrari, si ritirò al 21esimo giro per la rottura del cambio, mentre arriverà secondo nella classifica finale.

Sulla nostra torta nuziale non avevamo gli odiosi pupazzetti.