Per fare bene un lavoro, ogni lavoro, ci vuole la giusta attrezzatura. Ci vuole anche di saperli fare, ovvio; però insomma, per quello che aveva pensato di fare non ci voleva poi tutto questo mestiere, tutta questa esperienza.

_ Prendo il materiale, lo carico in macchina, arrivo sul posto, faccio cosa devo fare e in mezz’ora quaranta minuti massimo sono di nuovo a casa.

Il materiale era in cantina. Scese già alle undici e mezza. La cantina era poco più di un loculo, che se all’inizio venne ipotizzato potesse diventare la rimessa per la bicicletta e poco più, con il passare del tempo aveva finito col diventare il deposito di tutto quello che fu possibile infilarci dentro, oltre alla bicicletta, rendendola pressoché inagibile. Non sapeva bene dove trovare il secchio, lo credeva subito a sinistra appena aperta la porta, nell’angolo appoggiato sul pavimento, ma lì non c’era. Così iniziò col tirare fuori la bicicletta e metterla nel corridoio. Spostò poi qualche scatola, le più piccole, magari per un colpo di fortuna avrebbe potuto trovare il secchio lì in mezzo. Invece niente. Spostò qualche altra scatola, di quelle più grandi. Ancora niente. Toccò poi alle scatole con dentro gli abiti per l’estate, poi le scatole con gli addobbi di Natale, le scatole con gli attrezzi e la ferramenta accumulate in anni di bricolage; poi il materiale elettrico, il ventilatore, i giochi da tavolo, i contenitori per le diapositive, i libri dei tempi di scuola, la pala per la neve, i dopo sci, il vecchio lampadario dell’ingresso, le riviste di cui non si era mai deciso di sbarazzarsi e infine, proprio nell’angolo più lontano e nascosto, eccolo là, quello che stava cercando, il secchio di PITTURA MURARIA “TEMPERA È FACILE” Litri 14 BIANCA.

_ Eccolo, era ora! Già, è rimasta lì nell’angolo da quando ho imbiancato la cantina! Va be’ ormai è fatta, via…

Aveva deciso che sarebbe andato piuttosto tardi nel luogo stabilito, sicuramente dopo la mezzanotte, quindi mezz’ora in più o in meno non avrebbe fatta troppa differenza, anzi. Restava da rimettere a posto tutto quello che aveva sbaraccato e non appena ebbe terminato se n’era andata via poco più di un’ora. Era mezzanotte e trentacinque.

_ Eh porca miseria! il pennello. Me ne stavo dimenticando, ci mancava questo. Fa’ che non sia infilato in qualche angolo anche quello… Si guardò un po’ in giro e sulla destra, dietro a delle scatole, vide che spuntavano dei manici di cacciavite, manici di lime da ferro, manici di raspe da legno e finalmente il manico di un rullo per imbiancare.

_ Che culo! Fatto. Diamo un occhiata alla tempera. Tolse il tappo al secchio e gli si presentò davanti un liquido giallastro che ricopriva la sottostante massa densa di un bianco latte.

_ Ok, va bene, gli do una mescolata e andrà benissimo. Meglio se è bella densa, resiste di più… Prese il secchio, il pennello e un listello di legno d’abete per mescolare il colore; chiuse la porta e si avviò fuori verso la macchina.

Mezzanotte e quarantasei.Poco traffico in giro, in quella notte a cavallo tra il sabato e la domenica, sui viali si scorreva via veloci. Arrivato all’incrocio con via San Mamolo mise la freccia a sinistra e imboccò velocemente la strada; di nuovo freccia a sinistra e arrivò all’inizio del viale alberato di Via Codivilla. Dopo i primi duecento metri diminuì l’andatura è inizio a guardarsi di qua e di là per cercare un parcheggio tra i posti sotto gli alberi ai lati della strada. Ne scelse uno e s’infilò a retromarcia, col muso rivolto verso la strada, per agevolarsi la fuga nel caso ce ne fosse stato bisogno. In giro nessuno.

Mezzanotte e cinquantacinque.

Il Maresciallo Parisi Riccardo e il Carabiniere Scelto Vuovolo Nicola, del Reparto Radiomobile della Compagnia della Legione Emilia-Romagna, di stanza nella Caserma di via dei Bersaglieri, stavano per prendere regolarmente servizio per il turno dalle ore 1.00 alle ore 7.00.

L’ordine di servizio prevedeva di effettuare un ordinario giro di vigilanza e controllo nella zona di loro competenza.

Con le mansioni di capo equipaggio e di autista, erano nell’arma, Parisi da 12 e Vuovolo da 6 anni, sposato con due figli il primo, recentemente lasciato dalla fidanzata, senza riuscire a farsene una ragione, il secondo.

Espletate le pratiche relative alla presa di servizio, il turno iniziò regolarmente per le vie del centro a velocità moderata. Usciti dalla Caserma su via dei Bersaglieri, a bordo della loro Alfa 156, percorsero la strada fino all’incrocio con Via San Petronio Vecchio, per dirigersi verso Piazzetta Morandi, via del Piombo e poi su viale Carducci.Dopo un’ultima occhiata a destra e sinistra, decise che era il momento di scendere; girò intorno al muso della macchina, aprì la portiera destra e dal pavimento davanti alla poltrona tirò fuori il secchio e il pezzo di legno. Lo appoggiò di fianco alla macchina, tolse il coperchio, immerse il bastoncino e iniziò a mescolare l’acqua al pigmento depositato sul fondo. I fari di due macchine che imboccarono a velocità sostenuta la strada verso il Rizzoli lo spaventano; si accucciò nascosto dalla portiera aperta, fece capolino dal finestrino e guardò passare le auto li davanti a pochi metri da lui, ignare della sua presenza.

_ Capisce Maresciallo? Lei non me l’ha detto subito, due anni le ci sono voluti, due anni!

_ Eh, le donne…

_ No, ma lei deve capire: sapesse cosa non ho fatto e cosa non ho detto: Francesca così non va bene, Francesca non c’è mai un attimo per noi, Francesca ti sento distante, Francesca non è che hai un altro, Francesca…

_ E tu così gli hai detto? Francesca non è che c’hai un altro? Ma ti pare che ti dice si c’ho un altro, Vuovolo dai!…”

_ Maresciallo, a un certo punto uno non sa più cosa pensare, lei cosa penserebbe al posto mio?

_ Eh, le donne…

_ Niente le ho fatto mancare! Messaggini, pensierini, regalini, Francesca come stai, Francesca tutto bene, Francesca come va il lavoro… pure dei libri le ho regalato e lei niente… Due anni ci ha messo, poi alla fine pure lei, salta su e mi dice Nicola c’è qualcosa che non va. Minchia dico io, sono due anni che te lo dico! Però lei me lo dice come se fossi io quello che non si è accorto di niente, come se fossi io il cieco e il sordo in questi due anni, capisce Maresciallo? Proprio così mi ha detto, cieco e sordo…

_ Eh, Vuovolo, io capisco, Francesca di qui Francesca di là Francesca di sù Francesca di giù… dai retta a me, sai qual è la cosa? Francesca s’è rotta il cazzo, non ne vuole sapere più.

_ … 

_ E che ci vogliamo fare, capita. Le donne sono fatte così, tu non te la devi prendere, a loro gli succede che a un certo punto si rompono il cazzo e non c’è più niente da fare. 

_ … 

_ Eh dai, scherzo Vuovolo, sto a scherzà! Magari è solo che c’ha davvero un altro ah ah ah ah!.

_ … 

_ Ti sei offeso? Vuovolo, te la se presa? E dai…

_ Ma no Maresciallo, offeso… che c’entra…

Il giro a moderata velocità per le vie del centro continuò senza che si scambiassero più una parola per la successiva mezz’ora.

Erano le una e tredici.

_ Ok, basta così, ho mescolato abbastanza, così andrà benissimo.

Prese il rullo e andò in mezzo alla strada. Verificò due misure ad occhio; fece qualche passo mimando i gesti che avrebbe fatto di lì a poco, muovendo nell’aria il rullo, spostandosi da sinistra verso destra, cercando di capire lo spazio che gli sarebbe servito, il tempo che gli sarebbe occorso. Soddisfatto della prova tornò verso la macchina. 

_ Ora però come faccio? Mi porto il secchio dietro? Mmm troppo scomodo. Solo che se lo lascio qui faccio uno sgocciolaticcio che la metà basta… Va be’ chissene frega, lascio il secchio qui e quando mi sposto col rullo in mano sto attento a non impataccarmi.

Altra macchina, questa volta in direzione contraria, altro nascondino dietro la portiera; la macchina passò e tutto tornò tranquillo.

_ Ok, si comincia tuffò il rullo nel secchio facendo attenzione a intingere solo su una parte della superficie cilindrica

_ Altrimenti davvero faccio un merdaio che… si guardò ancora intorno mentre si spostava sull’altro lato della strada, dove si fermò a un metro dal marciapiede

_ Troppo poco, la voglio bella grande. si spostò di un altro mezzo metro molto vicino al marciapiede, in un punto in cui non c’erano auto parcheggiate, e iniziò col rullo a tracciare una riga larga una ventina di centimetri e lunga un metro almeno, nel senso di marcia della strada.

_ Si è già asciugato completamente il rullo, quanto assorbe l’asfalto! Pensavo meno…. andò di corsa verso la macchina, intinse il rullo nel secchio e tornò indietro, tenendolo rivolto verso l’alto, il braccio lontano dal corpo, cercando inutilmente di non far cadere troppe gocce. Appoggiò il rullo al vertice alto della prima linea e ne tracciò un’altra in senso trasversale alla strada; spostò poi la mano alla metà circa della riga verticale e ne tracciò un’altra parallela alla seconda. Altro viaggio verso il secchio e ritorno all’altro lato della strada. Altra riga nel senso di marcia, un semicerchio e una mezza riga in diagonale. Poi due diagonali che si univano al vertice in alto e una riga che le tagliava al centro…

Si erano fatte le una e quarantatré.

_ Che poi, Vuovolo, a dirla tutta, per capire le donne ci vuole poco, sai?

_ …

_ Quel genere di donna vuole trattata male, dai retta…

_ … 

_ …e tu invece pensierini, messaggini, squillini e cicciccì e cicciccià e quella là poi per forza finisce che di te se ne fotte! Credi a me: male dovevi trattarla!

_ Con tutto il rispetto, Maresciallo, preferirei non parlarne. Io sto soffrendo come un cane, crederà mica sia così facile… tutto il giorno non faccio che pensare a lei, mi manca, la cerco, me la sogno la notte… si figuri che ho pensato anche di spiarla per vedere cosa fa, dove va, chi vede…

_ Ecco bravo Vuovolo, ci manca solo quello. Vuovolo ti ricordi che siamo militari dell’Arma, si?

_ …

…e mica puoi metterti a pedinare chi ti pare, così alla cazzo di cane, ci sono delle regole da rispettare, degli obblighi. Vedi come ti devi mettere con ‘sta storia, Vuovolo, vedi che altrimenti finisci che passi un guaio a fare ‘sti discorsi qua…

All’una e cinquantanove, dopo molti viaggi avanti e indietro, cominciavano ad esserci molte righe tracciate sull’asfalto, righe parallele, perpendicolari, diagonali, cerchi, semicerchi… Il lavoro era quasi finito e stava venendo proprio bene. Altre macchine erano passate di lì facendolo nascondere ogni volta, ma per fortuna senza che nessuno si accorgesse di lui.

Mentre si accingeva a tracciare le ultime righe della frase, dalla parte alta di Via Codivilla si iniziarono a sentire delle delle voci, prima indistinte poi sempre più forti. Qualcuno stava parlando a voce alta; forse un po’ troppo alta… Poi le voci diventarono vere e proprie grida, come di una lite.

_ Che cazzo succede adesso, possibile che non si riesca a stare in pace neppure a quest’ora! Si fermò vicino alla macchina, appoggiò il pennello sul bordo del secchio e tornò al centro della strada, con le orecchie dritte, guardando verso il punto dal quale si sentiva gridare, senza però poter vedere niente: le persone, forse tre, rimanevano nascoste dietro la prima curva di via Codivilla. Non si capiva cosa stessero gridando, forse non erano neppure italiani. Poi uno scoppio…

_ Porca troia! Ma sono scemi? Che cazzo fanno? Istintivamente tornò a nascondersi tra le macchine in sosta. C’era stato uno sparo. Quello scoppio era uno sparo! Vai a sapere cosa stavano facendo lassù, meglio restare un po’ nascosti. Dopo un attimo ancora altre grida, poi una prima macchina si mise in moto e sgommando se ne andò verso l’alto, in direzione dell’istituto Rizzoli, un’altra invece si allontanò in direzione opposta, verso il basso, sfrecciandogli davanti.

_ Cazzo anche questa adesso, vaffanculo va… Tornato il silenzio si mese a fare gli ultimi ritocchi, con un po’ più di apprensione di prima…

Alle due e zero otto squillò il cellulare di bordo

_ Si pronto, qui è Il Maresciallo Parisi.

_ Si Parisi, qui è la Centrale Operativa, vedi che ci segnalano colpi di arma da fuoco in zona San Mamolo, via Codivilla… o limitrofe, vedi di accertarti dell’accaduto

 _ Ricevuto, siamo in via Santo Stefano altezza via Fondazza in direzione della porta, confermo intervento, ci rechiamo sul posto.

_ Ricevuto. Verificate perché magari è solo un falso allarme, però recatevi celeri. Aspettiamo aggiornamenti appena sul luogo. Chiudo.

_ In via Codivilla, vai vai! Sembra che si sparano… L’alfa 156, sotto il piede del Carabiniere scelto Vuovolo che pestò forte sul gas, abbassò il culo e scattò lungo il selciato di via Santo Stefano.

_ Metto la sirena Maresciallo?

_ Mo’ vediamo come va sui viali… Sfilarono davanti alla Chiesa del Baraccano e si avvicinarono alla Porta. In quel punto non avrebbero potuto girare verso destra sui viali, ma Vuovolo sapeva che quella era la via più breve: una curva a 90 gradi per girare intorno a uno dei due edifici di Porta Santo Stefano, poi davanti all’ingresso dei Giardini Margherita, nel punto in cui la strada è più stretta, per immettersi in viale Gozzadini. Vuovolo strinse un po’ troppo la curva e con la ruota posteriore destra finì col passare sul marciapiede

_ Cazzo Vuovolo ci vogliamo arrivare in Codivilla o no? Fa un po’ d’attenzione. Mi sa che la tua Francesca ti distrae un po’ troppo. La testa sul pezzo, eh! Vai vai!.

_ …

Da Porta Santo Stefano a Via San Mamolo saranno mille, milleduecento metri di rettilineo lungo i viali, a quell’ora quasi non c’erano auto e l’Alfa 1.8 TS 16V del 2002 avrà pure avuto i suoi anni, ma poteva sempre vantare un dignitosissimo da 0 a 100 in poco più di dieci secondi e Vuovolo le sapeva tirare il collo a dovere. Una rullata per rinforzare la gamba della R, un’altra per accentuare le curve della S. Si fermò, fece qualche passo indietro per vedere il suo lavoro da qualche metro di distanza e si sentì soddisfatto.

_ Dai che è venuta proprio bene. Peccato sia troppo buio per fotografarla…Arrivati poco prima di porta Castiglione, lanciati già sui 115 chilometro orari, Il Maresciallo Parisi e il Carabiniere Scelto Vuovolo percepirono all’unisono una vibrazione anomala provenire dalla ruota posteriore destra dell’autovettura. Si scambiarono un occhiata mentre il volante iniziò un po’ a vibrare tra le mani di Vuovolo.

_ E che cazzo succede adesso….

_ È la ruota Maresciallo… quella dietro a destra mi sembra…

_ Si si, vai, che quasi ci siamo, vedi che non è niente, siamo quasi arrivati vai!

Non sarà stato niente, se lo diceva il capo equipaggio si andava lo stesso, pensò Vuovolo, alzando però leggermente il piede dal gas.

Già da un po’ un prima dell’incrocio con via San Mamolo, la macchina vibrava sempre di più, ma ormai erano quasi arrivati, duecento metri e sarebbero stati in Codivilla. Allora gas.

_ Vuovolo metti la sirena va, si sa mai che non ci venga addosso un stronzo di tossico ubriaco uscito di discoteca… Partì l’ululato, l’Alfa quasi non accennò a rallentare sull’incrocio, imboccando via San Mamolo per poi infilarsi dopo venti metri in via Codivilla. Le ultime tre svolte, piuttosto strette e prese in velocità , che giravano tutte e tre a sinistra, risultarono fatali alla ruota posteriore destra: lo squarcio nello pneumatico, provocato dal passaggio sul marciapiede di Porta Santo Stefano, cedette definitivamente e L’Afa si trovò all’imbocco di via Codivilla a muoversi con solo tre ruote e un cerchio metallico nudo, che strisciando sull’asfalto prese far schizzare delle vistose scintille.

_ Cazzo Vuovolo cazzo! E ferma ‘sta merda di macchina, mica ci dobbiamo ammazzare! E pensa a quello che fai Madonna del Carmine! Vuovolo rallentò, la macchina zoppicava, Parisi era incazzato, lui pensava a Francesca, chissà se dormiva di già a quell’ora di sabato…

_ E spegni anche ‘sto cazzo di sirena, che ci facciamo ridere dietro, la sirena a cinque chilometri all’ora e una ruota sgarrupata, cazzo Vuovolo!

_ Merda i carabinieri, merda merda merda che faccio ora… Rimase impietrito, col rullo in mano rivolto verso l’alto. Il colore, che gli colava dal pugno, lungo il polso, fino all’avambraccio, iniziava a inzuppargli la manica della camicia, che prima di iniziare per precauzione aveva pensato di arrotolarsi, precauzione rivelatasi a questo punto del tutto inutile, visto che adesso aveva altro di cui preoccuparsi…

L’Alfa, arrancando un po’, si fermò davanti alle lettere finali della frase tracciata sull’asfalto.

_ E mo’ chi è ‘sto stronzo, maresciallo…

_ Vuovolo prendi l’arma, che non sia uno di ‘sti drogati di merda, un rumeno o chissà chi cazzo. Scendo io, tu stai in campana… Il Maresciallo Parisi scese dall’auto e fece due passi in avanti

_ Cosa sta succedendo qui?

 _ …eh, ecco… ma no, niente, è che…

_ Posi quel rullo per favore, si allontani dall’auto e mi favorisca i documenti… cosa sta facendo qui? Vediamo un po’…ah abbiamo un graffitaro… Il Maresciallo Parisi si spostò verso il centro della strada, fece un paio di passi indietro, allargò le gambe, pose le mani sui fianchi e si mise a leggere la scritta

_ Oh Vuovolo vieni a vedere, mi sa che poco fa ci avevo preso: abbiamo trovato quello che si fotte la tua ex fidanzata.

_…

Vuovolo uscì dall’Alfa con la Beretta d’ordinanza in pugno avvicinandosi con circospezione al superiore e tenendo d’occhio il tipo con il braccio colorato di bianco.

_ Guarda un po’ se non avevo ragione ah ah ah ah!… indicando la scritta sull’asfalto Vuovolo non capì subito cosa stesse accadendo; non vedeva cosa ci fosse di così divertente in quella situazione: bloccati da una gomma bucata, come due fessi qualunque. mentre correvano per la segnalazione di un possibile conflitto a fuoco, e adesso quel tipo che avevano fermato, con quel braccio colorato di bianco… Abbassò lo sguardo verso terra e lesse la scritta

_ Porca puttana… mormorò stringendo il calcio dell’arma. Lanciò un’occhiata al tipo immobile, poi al superiore e di nuovo verso a scritta.

_ Porca puttana!…. questa volta ad alta voce

_ Tu chi cazzo sei! Disse con la voce che gli era improvvisamente diventata roca, rivolto al tipo immobile col suo braccio bianco…

_ No no guardi, io non ho… ecco, non ho… fottuto nessuno, meno che mai… neppure la conosco la sua fidanzata… io sono qui perché lei, cioè…

_ Vaffanculo! Sta’ zitto stronzo! Il braccio destro di Vuovolo si irrigidì piegando il gomito così la pistola che un attimo prima puntava verso il basso, adesso si trovava ad altezza d’uomo. A spezzare la tensione arrivò lo squillò il telefono nella taschino della giacca di Parisi.

_ Si Centrale operativa, sono Il Maresciallo Parisi, abbiamo avuto un inconveniente, ci si è scoppiata una gomma, richiediamo l’intervento del carro attrezzi.

_ Parisi, come cazzo lo troviamo un collega che vi venga a prendere col carro attrezzi a quest’ora. Segnalate la vostra posizione che mando una pattuglia. Per i colpi d’arma da fuoco ci sta pensando la pattuglia del Maresciallo Alberti, che se aspettiamo voi fanno in tempo a fare ˜na carneficina. Ma io dico, roba dell’altro mondo…

Un attimo di silenzio; Parisi masticò qualche parola incomprensibile con gli occhi rivolti al cielo. Poi si accorse del Carabiniere scelto Vuovolo con la pistola spianata.

_ Non facciamo cazzate Vuovolo, la testa sul pezzo! Metti la pistola dentro, hai fatto già abbastanza stronzate stasera… Poi tornò a guardare la scritta; dopo averla letta ancora una volta si rivolse al tipo col braccio bianco

_ Mi scusi se sono indiscreto: e chi sarebbe quest’altra FRANCESCA TI AMERÒ PER SEMPRE?

_ È la mia… cioè, era la mia ragazza. Mi spiace, lo so che è una sciocchezza, ma sa… quando uno sta come sto io non capisce più niente e finisce che si fanno delle cazzate… Lei tutti i giorni parcheggia qui…

_ Mmm… capisco….

_ Maresciallo, mi scusi, ma qui ci sono tutti gli estremi per atti di vandalismo e pure gli estremi per danneggiamento della pubblica proprietà, non crede che dovremmo…

_ Vuovolo che fai, cerchi vendetta? Non hai capito? Mica davvero crederai che è lui che si fotte la tua ex, no? È un omonimia, due persone con lo stesso nome, sai quante ce ne sono che si chiamano Francesca come la tua ex? Questo sta passando un guaio come il tuo, capisci? Ecco…

_ …

_ Va buo’… senta lei, io adesso le restituisco i documenti, lei si riprende il suo secchio di vernice, il pennello e se ne torna a casa e facciamo finta di non esserci mai visti. Vada, che stasera le è andata bene che ha trovato un carabiniere… si voltò un attimo verso il Carabiniere scelto Vuovolo e terminò la frase

…due Carabinieri che credono ai sentimenti, vada. … 

Le due e trentacinque

_ Maresciallo, con rispetto, non avremo fatto una cazzata a lasciare andare via quel tipo?

_ Ma no Vuovolo figurati, quello, ora non ti offendere, davvero è un disgraziato come te, intendo?

_ ….

_ E poi… come ti devo dire… quello è un gesto romantico, una cosa che piace alle donne: magari quella scritta la vede pure la tua Francesca, crede che l’hai fatta te, ci ripensa e torna a cercarti…

FINE