ducati-multistrada-1200L’auto entrava in strada, il conducente forse soprappensiero.

La moto correva, forse neanche piano.

L’autista ha inchiodato per la paura.

Il motociclista non ce l’ha fatta a evitarla e gli si è schiantato contro, poi sbalzato e sbattuto un po’ più in là, giù nel fosso di fianco la carreggiata.

– Ciao Rudy, come va?, Sabrina? E i ragazzi…

Giovedì sera, l’orario era insolito, ho pensato subito, ma dopo le prime parole non ci ho più fatto caso.

– Senti, è successa una cosa… il tono è cambiato e mi sono accorto che stava per dirmi qualcosa di spiacevole. …Andrea ha avuto un incidente.

– No cazzo! Come sta?… dove, quando, come, perché… tutto il repertorio giornalistico

– Ok, grazie, adesso sento l’Enrica e poi ci vediamo, grazie e un abbraccio.

– Un abbraccio anche a te.

Ho pensato di prendere la macchina e partire subito, le otto di sera, alle dieci e mezzo sarei arrivato a Bologna.

No, razionalizziamo. Non potevo, ero  a Massa Marittima dai miei appena da tre giorni, sui cinque disponibili, per stare con Jacopo, non potevo piantare tutto e andarmene. Che avrei fatto, portavo con me un ragazzetto di dieci anni? Ma ti pare…

E poi che ci andavo subito a fare all’Ospedale, con sua moglie, i suoi figli, la sorella, il cognato i nipoti e i mille amici e conoscenti… No no. Non ha senso, avrei finito solo con l’appagare il mio istinto, più che la ragione.

Ho fatto qualche telefonata, chiesto altre informazioni e poi, un paio di ore dopo, mi ha chiamato sua moglie

– Ciao, sono l’Enrica, lo hanno appena portato in sala operatoria, ha una frattura scomposta della tibia (molto scomposta) un taglio profondo al braccio sinistro (che poi scoprirò aver reciso muscolatura e tendine) un dito rotto, due costole incrinate, una spalla che forse è lussata e un trauma da schiacciamento ai polmoni…

– Senti Enry, io sono giù dai miei e torno a Bologna domenica. Arrivo e vado a Imola all’ospedale da Sabrina a dare il cambio ai miei suoceri, ma appena fatto verrei a trovarlo, che dici?…

Venerdì sera, alle undici e mezza mi arriva questo sms:

“Ciao rudy. Sono Andre.  E il primo sms che faccio con l aiuto dell Enry..va tt benino x il momento dormo parecchio..a presto saluti a Sabrina”

Stasera verso le sette e mezza, tornato da Imola, come avevo detto, sono andato all’Ospedale Maggiore, dodicesimo piano, Chirurgia ortopedica.

L’ho trovato un po’ affaticato, con il dosatore della morfina a portata di mano.

Mi sono avvicinato al letto e gli ho carezzato una guancia e preso la mano.

Abbiamo parlato un po’, solo qualche parola, scambiate tra di noi e Mario, suo cognato premurosissimo, che era lì a fargli compagnia in attesa che Enrica arrivasse per la notte.

Ho scoperto di non essere un granché in visita ai pazienti.

Col passare del tempo ho finito col cavarmela meglio nella parte del parente della persona ricoverata, quello che accoglie i visitatori, così non ho trovato di meglio da chiedere se non dei particolari estremamente generici sull’incidente, i soccorsi, il giro fatto in elicottero per portarlo al pronto soccorso… qualche spunto magari per sorriderci su, neanche troppo che si acuisce il dolore dato delle costole rotte…

Mi spiace, avevo detto a Enrica che ero allenato dalla frequenza ospedaliera degli ultimi tempi, e che forse ero la persona più adatta per far visita a un ricoverato, ma mi sbagliavo…

Tornando a casa poi, provato dalla giornata, stavo pensando al fatto che, con Andrea, abbiamo iniziato da poco, in qualche modo, a riavvicinarci dopo un lungo periodo di lontananza: mica gli avrò portato in qualche modo sfortuna?

Lo so che è un pensiero irrazionale, io non credo alla iella e a tutto il carico di gratuita cattiveria che si porta dietro, alimentato da chi invece ci crede; ma è un pensiero venuto così, da se, appunto in maniera del tutto irrazionale.

Staremo a vedere…