La mia amica mi guarda e mi dice
«Scrivi al Sindaco…»
«?»
«Davvero perché non scrivi al Sindaco?»
«Eh? Cioè»
«Si, scrivi al Sindaco, raccontagli la vostra storia, quello che vi capita…»
«Ma ti pare, cioè, scrivo al Sindaco e poi?»
«E poi vedi cosa succede, che ti costa. Ce ne sono tante di persone che raccontano in giro quello che gli capita, persone che hanno forse meno guai di voi, e che magari ottengono un po’ di attenzione… un aiuto economico, che so, magari un lavoro. Ti farebbe schifo un lavoro?»
«Ma no, che c’entra, è che… cioè, mi sembra… non lo so cosa mi sembra…»
«Ecco, allora raccontagli cos’è, invece di cose ti sembra. Magari ti sta ad ascoltare e qualcosa si muove, che ti costa provarci?»
«…»
«Allora scrivo al Sindaco: Signor Sindaco buongiorno, e poi?»
«E poi che famiglia siete, cosa fate nella vita e cosa vi sta capitando, ti mancano le parole?»
«Proprio no: per quest’argomento ne ho già usate un milione, l’ho raccontata trecento volte, figurati se mi mancano le parole»
«Magari con un po’ di sintesi. Però non è meglio se recuperi un po’ di sonno e scrivi a mente lucida? No, lo so che è un tentativo inutile…Comincia»
Bologna, 20 agosto 2013
Signor Sindaco buongiorno.
Mi chiamo Rudi Renzi, sono sposato con Sabrina e abbiamo due figli, Leonardo di diciassette anni e Jacopo di undici.
Dal marzo del 1996 mia moglie Sabrina lotta contro la sua malattia, la Sindrome di Von Hippel Lindau, che l’ha già costretta a subire cinque interventi…
«Come vado?»
«Eh come devi andare, bene, sei solo all’inizio, vediamo poi. Dai continua…»
A metà novembre Sabrina è caduta in casa, inciampando nei sui stessi piedi, e ha riportato la frattura della testa del femore. È stata operata e le hanno inserito una protesi. Poi l’intervento ad aprile, quello della valvola, poi quello a metà giugno quando…
«Vedi cosa succede poi? Che si finisce con l’affrontare l’argomento e descriverlo con una estrema facilità, quasi come parlare di una cosa qualsiasi, mentre queste invece sono parole che, ogni volta che le penso, è come piantarmi una lama nella carne e appena le scrivo questa lama affonda e la ferita inizia a sanguinare»
«Si, lo so… cioè, credo di capirlo… ma nessuno lo sa bene quanto te. Continua…»
…a metà giugno quando Sabrina è stata operata al nuovo Ospedale di Baggiovara a Modena, per l’asportazione della neoplasia dal cervelletto.
L’intervento è perfettamente riuscito e adesso Sabrina, dal 10 luglio, è ricoverata al centro di riabilitazione di Montecatone, vicino Imola.
«Gli dici anche del Carabiniere?»
«Pensavo di no… non so, non voglio che magari pensi che ce l’ho con lui, lui che c’entra…»
«Si… però, insomma, mica glielo racconti perché ce l’hai con lui. Mi sembrava di aver capito che quello fosse il motivo scatenante, un po’ l’ultima goccia…»
…questa struttura, all’avanguardia in Europa per il lavoro che riescono a fare sulle lesioni del midollo spinale, si parla di mia moglie come di un caso un po’ al di fuori delle loro competenze: i casi che trattano comunemente sono di pazienti che hanno subito un trauma, spesso dovuto a un incidente; hanno una situazione parzialmente compromessa, che però qui, per quanto possibile, riescono a far migliorare, spesso fino alla completa guarigione…
«A questo punto il Sindaco s’è bell’e che rotto le palle e pianta lì di leggere»
«Ma no! Continua forza…»
…Quella di Sabrina invece è una sindrome, oltre che invalidante, di carattere degenerativo: non c’è nulla da fare, non si migliora…
Ora Signor Sindaco si starà chiedendo che le scrivo a fare ”eccone un altro che viene a batter cassa” e invece no.
Solo che oggi pomeriggio, mentre parlavo con l’ennesimo dottore del caso di Sabrina, dall’Ospedale di Montecatone se ne stava andando il Ministro della Difesa Mario Mauro, con il corteo delle sue tre macchine e tre gazzelle dei Carabinieri di scorta e vorrei aggiungere che da questo punto di vista non è cambiato affatto niente. Dicono fosse in visita al brigadiere Giuseppe Giangrande, il militare ferito davanti Palazzo Chigi lo scorso aprile…
«No perché va bene la solidarietà, lo spirito di corpo, la figlia che da sola bada al padre… però, accidenti, quello non era un attentato…»
«Si, infatti. Se ne parlava tempo fa in ufficio: è stato un cretino che ha sparato al primo poveraccio che gli è capitato a tiro…»
«Poi lo so che sono di parte, ma per forza! Sono parte in causa a tutti gli effetti: siamo qui a Imola da due mesi avanti e indietro, senza contare l’altro mese a Modena, e poi a Bologna e poi due interventi, tre col femore… e insomma non ci ha cagati nessuno, se non gli amici e come Sabrina qui in ospedale ce ne sono almeno altri centoventi, giusto gli assistenti sociali abbiamo visto, altro che generali e Assistenti di campo dei Generali, scusa…
«Alla ragazza, LIBERO o IL GIORNALE, non ricordo, gli ha portato, mi pare, 200 mila euro raccolti in una colletta tra i loro lettori…”
«Dico sul serio: un giorno si e uno no qui è pieno di generali e oggi anche il ministro della difesa… Non so, mi sembra tutto troppo, ecco…»
Sarà invidia. Sarà un po’ di frustrazione, sarà anche che proprio oggi, mentre il Ministro se ne andava via, ero seduto davanti a un professore che mi diceva
“…vede, qui il caso di sua moglie è unico nel suo genere e ci troviamo un po’ in difficoltà, temiamo seriamente che l’ipotesi di rivederla camminare possa essere considerata un mircolo..”
Non camminerà più.
Buio.
Boh, non so… ripeto che fondamentalmente è frustrazione e un po’ di invidia.
Fatto sta che da novembre viviamo ogni giorno sul l’orlo del baratro…
«Ricordati dell’appartamento, che non andrà più bene quando tornerà a casa Sabrina…»
«Si, quella cosa si, è importante, magari il Sindaco può fare una telefonata, chissà…»
La casa in cui viviamo dal momento in cui Sabrina ci farà ritorno non sarà più adatta alla sua nuova condizione e dopo appena due anni dovremmo pensare a un altro trasloco, sperando nella collaborazione di ACER, che è il proprietario dell’appartamento, sperando che ce ne sia un altro subito disponibile adeguato per un disabile grave..
Si, tutta invidia e frustrazione la mia…
«Ok, credo possa bastare. Lo ringrazi per l’attenzione, gli fai i tuoi più cordiali saluti e la spedisci.
Magari la mandi anche al Carlino, al Corriere e Repubblica. ok?»
«Si…»