In questi giorni potete vedere sui social network una serie di tre cortometraggi realizzati a difesa e per il rispetto dei lavori creativi (http://zerovideo.net/coglioneno oppure http://www.youtube.com/watch?v=sd5mHHg1ons). A proposito di questo tema, anche a me qualche anno fa capitò una cosa del genere che raccontai così; i nomi sono inventati, l’accaduto no:
Poi capita di incontrare personaggi come questi:
NUOVA EMITTENTE TELEVISIVA:
«Si, guarda… ci serve un marchio, poi il biglietto da visita e la carta intestata.
Si, poi anche una pagina che esce sul Carlino, anzi tre pagine magari declinazioni diverse?»
«…»
«No, meglio sempre la stessa dai, che così risparmiamo due adattamenti e due esecutivi diversi, che ne fai solo uno.
Vediamo un po’, oggi è mercoledì e venerdì c’è la conferenza stampa, quindi ci serve il marchio, e sabato c’è la prima uscita della pagina. »
«…»
«Però fai il bravo, dai, facciamo una cosa in amicizia e ti mettiamo il tuo nome sulla pagina…»
Davvero non ci credo, non voglio crederci: fai il bravo?
FAI IL BRAVO???
«Sai, ce l’abbiamo anche dentro qua da noi chi potrebbe occuparsi della grafica, però abbiamo preferito chiedere a te…»
Abbiamo preferito cosa? Avete chi ve lo fa? E fatelo fare a lui allora, no? Ce lo avete oppure non ce lo avete chi ve lo fa?
Fatemi indovinare: è una ragazza/ragazzo intorno ai vent’anni, sotto pagato, sotto stimato sotto contratto a tempo determinato, nella migliore delle ipotesi lo avete messo davanti a un PC perché sa chattare e soprattutto perché lo pagate quattro spiccioli rigorosamente in nero?
«…Avremmo potuto fare da noi ma vogliamo che tu ci metta la tua firma così abbiamo pensato di darti quest’opportunità, firmerai la campagna per l’emittente televisiva EMILIA 220 TV che ci sembra un bel biglietto da visita da mostrare…»
E ‘sti cazzi, penso io. Sapete una cosa? Mi ci spazzo il culo col vostro biglietto da visita. Come si fa ad essere così stronzi.
Non è tanto questo, quanto piuttosto: come si fa a essere così arroganti? Nemmeno questo. Non si tratta di arroganza: è il non porsi nemmeno lontanamente il dubbio che il mio lavoro valga, non dico più del loro, ma almeno tanto quanto il loro. Il mio lavoro invece, ai loro occhi, vale solo la possibilità di farmi mettere il nome in basso a destra sulla pagina che io inventerei per pubblicizzare la loro TV locale del cazzo.
Lo facciamo in amicizia? LO FACCIAMO IN AMICIZIA?
Amicizia di cosa? Che gli do da magiare a fine mese ai mie figli, le chiacchiere che ci siamo fatti in amicizia? Gli faccio mangiare il pezzettino di carta di giornale sul quale mi è stato concesso mettere il mio nome? Ce ne sarebbe abbastanza per mandarli affanculo senza passare neppure dal via
E invece io che cosa ho fatto?
Gli ho risposto; in maniera professionale ed educata, per spiegargli il mio punto di vista, come invece non si sarebbero meritati:
Da: Rudy Renzi <rudy.renzi@gmail.com>
Oggetto: PROPOSTA ECONOMICA
A: cristianopavoni@radiopuntozerobologna.it
brunocasini@radiopuntozerobologna.it
Buonasera.
Ho fatto alcune riflessioni su quanto ci siamo detti poco fa e questo è quello che ne è scaturito.
Il lavoro che mi avete proposto di fare consiste nel realizzare ex novo il marchio per una emittente televisiva (seppur locale), stabilirne un minimo di applicazione (biglietto da visita, carta da lettera, modulistica varia, ecc.) e inventarsi una pagina pubblicitaria con la redazione di un testo e un’immagine quanto meno seducente che annunci la nascita di questo nuovo canale televisivo.
Il tempo ci lavora contro, nel senso che l’entità dell’impegno non sarebbe cambiata se diluita in, per esempio, due settimane piuttosto che nei due giorni che invece abbiamo a disposizione. Ma non ne faccio una questione di urgenza, anzi; infatti l’aggravio di costo che solitamente viene richiesto in questi casi non lo considererò affatto.
Devo declinare l’ipotesi di accettare come forma di pagamento l’inserimento del mio nome nella pagina pubblicitaria, perché non è un tipo di remunerazione consono alla tipologia del lavoro.
Un lavoro di questo tipo è un impegno che a mio avviso non può essere svolto per meno della cifra che troverete nel preventivo; questo per una serie di considerazioni che sicuramente conoscete e che non starò qui a rimarcare.
Vorrei solo fare un parallelo:
la sede che adesso occupate ha un costo che sostenete mensilmente per i prossimi, diciamo, quattro anni? La vostra sede ha ragioni funzionali, logistiche e tecniche. Parla di voi, della vostra emittente, dei temi che vorrete affrontare per il vostro pubblico. La vostra sede vi rappresenta.
Il marchio che adotterete avrà la stessa funzione, solo con più visibilità perché sarà riprodotto sui vostri biglietti da visita, sulla targa che vorrete applicare alla porta di ingresso, in basso a destra nel video dei vostri telespettatori, sulle pagine pubblicitarie che annunceranno la nascita del canale ecc. ecc. e potrei continuare così con molti altri esempi.
La differenza è che lo pagherete una volta sola e durerà almeno quanto il contratto di affitto dei vostri uffici e ne avete la stessa necessità.
Non vorrei sembrare frettoloso, ma detto questo (se converrete con me sulle considerazioni che ho fatto) una volta ricevuto il fax di conferma alla proposta economica che vi allego, domani nel pomeriggio vi invio le proposte per il marchio e la bozza per la pagina pubblicitaria. Ci possiamo sentire comunque domattina, dalle 8.30 in poi.
Grazie per l’attenzione e buona serata.
Rudy Renzi
A questi qua manco per il cazzo gli è passato per la testa di dire «no, ma grazie lo stesso». Neppure «vaffanculo coso, ce lo facciamo da soli!».
Questi tra di loro si saranno detti che in giro c’è della gente che si lamenta che non c’è lavoro, ma quando gli dai l’occasione poi preferiscono lasciar perdere.
Secondo voi cosa auguro che capiti alla loro merda di TV privata locale del cazzo?