Esito. Indugio sempre prima di fare qualcosa, sono indeciso, incerto; sulla scelta della professione, nel prendere una decisione, nel credere nelle cose… ecco: esito frequentemente nel credere che qualcosa si possa avverare.
Ci sto lavorando per cambiare.
Però anche esito nel senso di conclusione di un’azione, oppure i nostri sforzi hanno avuto esito positivo, hanno avuto successo…
Forse ricorderete che il 31 agosto, nel post intitolato DI GETTO, parlavo di una gara importante alla quale, insieme ad altri colleghi, avevamo partecipato.
Esito: abbiamo vinto.
INTRO
Da qui ognuno di voi è passato almeno una volta.
Su questo selciato potete ancora sentire l’eco dei vostri passi.
Stavate andando a lezione o tornando a casa; in centro per un appuntamento, oppure un incontro casuale che vi cambiò la giornata, forse che vi cambiò la vita.
Con i libri nella borsa, con la borsa della spesa, con la testa piena, con la testa vuota, di fretta, con calma…
Decine di passi, milioni di passi, in tutti quei giorni passati qui a vivere per le vie di questa città.
Ne avevate segnato il territorio, tracciato le rotte, scoperto nuove vie per arrivare prima e altre vie ancora inventate apposta per perdervi per strada, la sera in compagnia di amici, tenendo la sua mano, cercando di convincerla che sapevate leggere il futuro.
A quanti di voi sarà capitato così: era settembre, quando l’incontraste inaspettatamente, e vi travolse senza preavviso e da allora nulla fu più lo stesso, mai più gli stessi percorsi tracciati prima.
Tutte quelle strade, inevitabilmente prima o poi, partono, passano e ritornano qui, guidando ancora una volta i vostri passi, che proprio come stasera vi hanno ricondotto tra questa cattedrale e quei palazzi, in questa piazza: San Petronio, Palazzo Re Enzo, poi il Palazzo del Comune, poco più in là la Sala Borsa, giusto dietro l’angolo l’Archiginnasio. Questo è il cuore di Bologna, il cuore della cultura…
Siete entrati lì, dentro quel cuore, come sconosciuti esploratori, timorosi o carichi di coraggio, sicuri di voi o con tutti i dubbi del mondo a togliervi sonno e respiro; con in mano una mappa e nell’altra una torcia per farvi strada, e ne siete usciti più ricchi, gli occhi pieni di parole, lo spirito elevato al cielo, le mani che sapevano cosa c’era da fare e pensarci e farlo era diventato un tutt’uno.
Poi dicono lo studio non serve, che questa città è poco più che un paese, che da questo paese è meglio scappare, che Berlino è sempre dieci anni avanti…
Lasciateli parlare, lasciate che credano alle loro parole, perché, voi lo sapete bene:
tutto l’amore che siete riusciti a mettere in quello che avete fatto negli anni trascorsi in queste strade e tra questi palazzi, vi tornerà indietro amplificato, vi sarà restituito dieci, cento, mille volte tanto.
Il cuore ti riporta a Bologna, perché a Bologna t’innamori della città, delle sue strade con i portici, con i suoi monumenti.
Perché a Bologna t’innamori di qualcuno.
Sempre.
P.s.: grazie agli EELST per la frase “…Berlino è sempre dieci anni avanti“.