Ancora una cosetta su Greta Thunberg, che stavo notando.

In maniera abbastanza defilata (beh, non per tutti, un Vittorio Feltri per esempio, sospetta vittima di demenza senile, su questo e molti altri argomenti, fa eccezione e qualche altro insieme a lui) in maniera defilata dicevo, ci siamo divisi tra pro e contro alla ragazzina e ciò che rappresenta. 

Non è accaduto in modo palese, perché, diciamolo, il tema non consente grosse differenze di opinione, o si accetta che lo stato di salute del pianeta è pessimo, o si vive sula luna e va bene tutto Allora il modo per rimarcare questa appartenenza a una sponda o all’altra (in realtà sempre all’altra) è quello di screditare la sedicenne…

E perché è manovrata dai grandi gruppi di potere, e perché i genitori sono ricchi, genitori di cui la piccina è vittima e ne porterà dentro di se i segni per sempre, e perché è andata a New York in barca a vela quando invece molti suoi coetanei muoio di fame (mentre se fosse rimasta a casa le cose sarebbero migliorate? Gli stessi poveracci che quando per non morire di fame provano ad andarsene dal loro paese per alcuni dovrebbero affogare nel canale di Sicilia… mah…) e perché è una ragazzetta che si crede chissà chi, mentre invece i giochi di potere sono molto più grandi di lei e non otterrà un bel niente col suo impegno (e in questa ipotesi di fallimento sembra di percepire un sottile piacere nelle voce di chi lo pronostica/auspica). E poi tutti ‘sti ragazzi che approfittano dell’occasione far festa a scuola…

E niente, si sa che qui da noi Orazi e Curiazi, Guelfi e Ghibellini, Coppi e Bartali, caffè con lo zucchero o senza… però finché si tratta di faide il cui ricordo si perde nel tempo, di vicende di rivalità sportiva, il modo più corretto per gustare il caffè, andrebbe anche bene, mentre invece oggi abbiamo sposato questo atteggiamento solo per marcare il territorio, come se non ci fregasse nulla (e a molti in fin dei conti non frega un cazzo del motivo del contendere) tranne per rimarcare la posizione, solo per segnare il territorio con una pisciatina in più, sempre per quella storia del “o di qua o di là” da questa linea di demarcazione, onnipresente a tracciare la linea di confine su qualunque terreno, anche quello sul quale forse sarebbe meglio fermarsi un attimo prima di dire una sciocchezza, o una parola fuori luogo, un luogo comune troppo frequentato.

Vorrei avere altre parole per spiegarmi meglio, ma va bene anche così, tanto qualcuno di voi ha capito cosa voglio dire.

E per domani buon sciopero per il clima a chiunque parteciperà.