
Oggi voglio raccontare una storia che un amico mi ha confidato qualche giorno fa.
Ha iniziato dicendo che era ambientata in una non meglio precisata località dell’immediato entroterra toscano…
Un esperto di marketing, originario di quella zona, un bel giorno iniziò a sostenere di essere riuscito a raggranellare un certo gruzzolo di denaro, sotto forma di investimenti, che avrebbe utilizzato per risollevare le sorti della cittadina, del territorio circostante e dei Comuni limitrofi. Per farlo avrebbe puntato sulla fornitura di servizi legati al turismo, uno scherzetto tipo 50 milioni di euro di investimento.
Al motto di “Italiani di cielo, di mare, e di terra: sconfinate emozioni!” (che se vogliamo suona un tantino nostalgico ma tant’è, l’esperto di marketing era lui…) si mise a investire a destra e manca, acquistando e facendo acquistare aree industriali dismesse, ex seminari, ex castelli, ex palazzi, insomma varie proprietà, nelle quali avviare attività, tutte battezzate in onore al suo amatissimo gatto (ognuno ha le sue manie) con il prefisso FUFFI, appunto dal nome dell’animale; e così sarebbe nato il FUFFIRESORT, il FUFFI GOLF CLUB, un moderno FUFFIASTROLAB per l’osservazione della sfera celeste, il FUFFI SPA & WELLNESS CENTER con area benessere, toelettatura e veterinario reperibile 24h e via dicendo di questo passo. All’annuncio già si poteva percepire il terrore serpeggiare nei Consigli di Amministrazione di Expedia.com o Booking.com…
Il ristorante di uno di questi Resort a 6 stelle, sarebbe stato gestito dallo Chef Bruno Cannavacciuolo, pure lui pluristellato.
Bruno Cannavacciuolo?
Ma non erano Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo?
Boh, vai a sapere. Vediamo, ricerca di Google: chef Bruno Cannavacciuolo… e niente, non c’è, proprio non si trova, saltano fuori solo gli altri due, e nessuna traccia di Bruno Cannavacciuolo, tanto che sembrava concretizzarsi quella teoria secondo la quale oggi online si trova tutto su chiunque, male che vada si trova sempre qualcosa su tutti e se non si trova niente è perché il soggetto della ricerca ha qualcosa da nascondere. Ma non è che ‘sto Chef non esisteva?
Fu così che le certezze di molti cittadini iniziarono a vacillare, nello scoprire che i nomi dei loro idoli televisivi impegnati a giudicare le performance culinarie a Masterchef, erano stati usurpati per creare l’inesistente Chef Bruno Cannavacciuolo, una specie di Frankenstein dell’haute cuisine.
Vuoi vedere che qualcuno stava raccontando una serie di balle una più grande dell’altra?
Ma no, non poteva essere vero! Ma ti pare mai possibile che, se all’evento di presentazione di questa po’ po’ di iniziativa, erano presenti Onorevoli della Repubblica, Sindaci, Vice Sindaci, Assessori comunali e regionali, Direttori di agenzie di Banca, imprenditori e presunti tali, la stampa quotidiana, nani e ballerine… ti pare mai possibile, dicevo, che se c’erano tutti questi a battere le mani sorridendo e a fare si si con la testa, non fosse vero niente di tutto quello che era stato raccontato? IMPOSSIBILE!
Però passeggiando per piazza, da San Michele fino al Duomo, nelle quattro chiacchiere scambiate sull’argomento, succedeva sempre più spesso che i cittadini si confidassero reciprocamente, nella migliore delle ipotesi, considerazioni di questo tipo:
«Mah! speriamo bene, ma a me sembra che sia solo tutta aria fritta, peggio che al ristorante cinese…»
«E però i soldi, gli investimenti, i posti di lavoro…»
«Eh, i soldi quelli ci sono, sicuramente non quanti dicono, poi dipende da dove arrivano, chi li prende e che fine faranno. Te davvero credi che per il paese ne esca fuori qualcosa di buono e duraturo?»
«Ma si certo, figurati!»
«Vuoi che ti dica come andrà a finire?»
«…»
«Finirà che, restando ottimisti, entro l’anno prossimo salta il banco. Le aree dismesse resteranno più dismesse di prima, così pure gli edifici acquistati, se sono stati acquistati davvero, il personale assunto se ne tornerà a casa e dei soldi spesi o da spendere non se ne parlerà più»
Insomma, l’opinione dominante nella cittadinanza sembrava essere quella, tanto che si era creata la situazione paradossale in cui non c’era manco più il bisogno di aspettare il ragazzino che dice a tutti, affinché tutti se ne accorgano, che il Re è nudo, perché tutti lo sapevano fin dall’inizio.
«Una morale per questa storia non c’è…» ha concluso il mio confidente
«…o meglio, potrebbe essercene tante di morali. Ma quello che dovrebbe saltare agli occhi, è questo: se chi gestisce una cittadina e il suo territorio, siano questi politici, pubblici amministratori, gestori delle risorse economiche, imprenditori ecc. l’hanno trasformata nel corso degli anni in una terra di nessuno, non ci si deve meravigliare se tutto viene svenduto al primo furbacchione che passa e nessuno può stupirsi se per caso in paese, anche ‘sta volta, non resterà nulla di buono, neppure per sbaglio, se non dei debiti da pagare in comode rate…»
Io ovviamente non sono affatto convinto di questa considerazione cui è giunto il mio interlocutore, mi sono limitato a riportarvela così come me l’ha raccontata lui.
L’unica cosa che posso aggiungere è questa: chi vivrà vedrà, no?